Compito della moderna Medicina Interna è garantire un approccio complesso alle problematiche relative al rischio cardiovascolare. Ciò deve essere fatto acquisendo la capacità di saper prevenire la comparsa dei fattori di rischio cardiovascolare attraverso le raccomandazioni relative allo stile di vita, e imparando ad ottimizzare la valutazione ed il trattamento del rischio cardiovascolare individuale in modo realmente globale e multidisciplinare, in ciò includendo anche le altre professioni sanitarie, ma soprattutto le figure dell’infermiere e del dietologo. Per quanto attiene al primo punto le raccomandazioni devono essere strutturate e non lasciate al pressappochismo oppure limitate. In dettaglio, quindi, non dovranno riguardare solo l’attività fisica e non, poniamo, l’apporto calorico. Oltre a questo, dovranno essere date al paziente in modo semplice, ma completo, non limitandosi, come ora spesso accade, a generici, ed oscuri, consigli. In questa attività di counseling, cruciale e determinate è il ruolo dell’infermiere e del dietologo: le loro figure professionali, anzi, sono fondamentali nell’essere vicino al paziente, indicargli la strada nel quotidiano, incoraggiarlo costantemente. Per quanto attiene il secondo punto, invece, il buon internista, cardiologo, nefrologo, diabetologo, neurologo e/o geriatra, ma anche il buon infermiere ed il buon dietologo dovranno saper valutare e considerare ogni singolo aspetto del proprio paziente: se è diabetico, se è dislipidemico, se ha decadimento cognitivo o meno etc. Ogni medico specialista ed ogni professionista della salute non medico, quindi, deve conoscere le competenze dell’altro e saper interagire con tutti. La prevenzione cardiovascolare, infatti, riguarda tutti gli organi che ricevono sangue e non solo il cuore e chi già ottimamente lo cura: riguarda quindi il medico – che è la figura cui compete diagnosi, cura e direzione – così come ogni figura professionale non medica. Il continuum che conduce alla malattia cardiovascolare interessa in realtà simultaneamente il cervello, il rene e, più in generale, tutto l’albero vascolare. La protezione cardiovascolare, pertanto, è in realtà una protezione multi-organo e richiede sempre tanto una competenza multidisciplinare tra le varie professioni sanitarie, quanto una politerapia di tipo farmacologico e non farmacologico insieme. Da quanto sopra deriva il progetto Cuore Cervello Rene 2013. Progetto perché vuole essere più di un convegno, ponendosi in una punto strategicamente intermedio tra questo ed un Master breve di altissimo livello. Proprio per questa ambizione e per questi motivi, abbiamo portato Cuore Cervello Rene, giunto alla sua IX edizione, in una località tranquilla, lontano da centri di svago e distrazioni, in modo da poter generare per due giorni un clima di reale ed assoluta interattività grazie al contatto continuo e contiguo tra docenti medici, fisioterapisti, infermieri e discenti. Arrivederci a Gubbio!